Quando certe sensazioni vengono a bussare alla mia porta, ho due opzioni:
1) Apro e lascio che mi investano facendomi dubitare anche di esser capace di respirare.
2) Faccio finta di non essere in casa e vado avanti come se niente fosse.
Oggi le ho lasciate entrare.
E infatti ecco il post pippa che non amo scrivere, ma che ho bisogno di scrivere.
Succede sempre: hai un chilo di nulla da fare e le idee volteggiano come Yuri Chechi sugli anelli; hai fienili pieni di lavori da svolgere e le idee se ne vanno a pascolare chissà dove, lasciandoti senza luce a cercare di creare qualcosa che abbia anche solo una lentiggine di originalità. Mica chissà che.
Ed è in questi momenti che la sensazione di non fare e di non essere niente di che ti si mangia per colazione, pranzo e cena.
Oggi, ad esempio, stavo montando un sito, per partorirne il tema ho dovuto riesumare i film di Tim Burton.
Che ci volete fare, mi ispira.
Avrò guardato Vincent ottocento volte, all’ottocentunesima ho avuto una sorta di starnuto e sono riuscita a generare qualcosa di presentabile. E’ andato più che bene, tant’è che ora sto montando il sito.
Tuttavia, nonostante sia arrivata alla fase “sito da montare”, ho lasciato che l’insicurezza armeggiasse lo stesso nei miei armadietti. Così sono andata in giro per il web a cercare qualche webdesigner da invidare/odiare, affamata da un masochistico bisogno di farmi male, di dire che i miei lavori dovrebbero essere come minimo querelati per grafiche oscene in luogo virtuale.
Ero talmente piantonata sulla zona autoflagellazione che sono riuscita a benedire anche un sitaccio anni ottanta, pieno di immondizia, tra cui le ormai pensionatissime tabelle.
Quando ci si sente sorci, tutto il mondo è pieno di gatti.
Chiuso il sitaccio anni ottanta, ho girovagato tra i feed salvati.
Scusa ufficiale: liberarmi dei siti che non seguo dagli anni venti.
Scusa officiosa: trovare siti che mi confermassero l’idea di essere graficamente atrofica.
Ho trovato un paio di siti italiani di webdesign.
Se il sitaccio anni ottanta momenti mi fa sembrare una smanettona al primo giorno con Front Page, figuriamoci i sitoni dei professionisti.
E infatti:
“Ma do’ vado? I miei lavori sono infantili…guarda qui che professionalità…so’ proprio una smanettona…meglio che cambi mestiere, tanto non potrò mai arrivare a stì livelli…”
E via così, finché non ho premuto un tasto che non mi filavo da tempo.
Web developer>Strumenti>Validate Html
Il primo: 35 errori. Il secondo: 205.
Mi sono risollevata.
Pur rendendomi conto che il codice non può essere utilizzato come parametro per giudicare la bravura di un designer, me la sono goduta tutta.
In fondo, non miro a diventare una prima classificata, vorrei semplicemente rimanere proprio dove mi trovo: nel mezzo, sospesa tra i professionisti e gli smanettoni della domenica.
E va bene così. 😀
8 Comments
Attilio Viscido
Marzo 18, 2010 at 10:50 amSei un mito Pika 🙂
Lauryn
Marzo 18, 2010 at 11:20 amgrande, che sfogo ahaha
Dimitri
Marzo 18, 2010 at 11:59 amSempre piacevole da lettere.. però secondo me ti fai troppe menate 😉
gian
Marzo 18, 2010 at 12:47 pmUn po’ ti capisco… anch’io mi sento sorcio troppo spesso… dobbiamo imparare a fregarcene un po’ di più dei gatti… 🙂
Francesco Caruccio
Marzo 18, 2010 at 4:17 pmQuoto Dimitri XD
Mirko
Marzo 18, 2010 at 5:06 pmUsi le parole in modo divino.
Marina
Marzo 24, 2010 at 9:45 pmSe ti fai dei problemi tu gli altri si devono sparare XD
Bellissimo post e su col morale!
Pikadilly
Marzo 27, 2010 at 3:25 pmCredo che alla fine tutti si facciano problemi sulle proprie capacità. E’ una piaga. 😀