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Se fallisci sempre forse non sei un leader ma un braccio destro
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Se fallisci sempre forse non sei un leader ma un braccio destro

Febbraio 27th, 2020 Pikadilly Status 0 comments

Manco dalla rete più o meno da quando gli italiani ancora adoravano non lavarsi per appestare tutti con la loro igiene da sedicesimo mondo. Bei tempi quelli, gli scaffali dei supermercati erano pieni di Amuchina vecchia di secoli e se starnutazzavi al massimo ti dicevano “Salute” e non tentavano di affogarti nella candeggina. Bei tempi davvero.

In questi mesi di silenzio ho avuto una vera evoluzione pokemon, tanto lavoro, tanto studio e tante riflessioni che mi hanno portata a strizzare le chiappette ad un problema che investe molte persone, soprattutto nelle professioni digitali: essere leader, anche se solo di se stessi (che non vuol dire un cazzo, sia messo sul verbale di questo articolo).

Intere legioni di persone che quando lavorano con qualcuno scatenano le guerre mondiali vincendole tutte, ma quando poi si staccano per lavorare ai propri progetti, se pur vincenti sotto ogni punto di vista, falliscono con miseria e mestizia. Come è possibile?

Perché il loro capo, pur essendo meno capace di loro, è riuscito a tirare su laqualunque e loro no? Perché tu no?
Hai più capacità in ogni ambito, hai cura, passione, dedizione, te lavavi anche prima del Coronavirus, ma allora perché non riesci ad andare a punto con i tuoi progetti?

 “Se ce l’ha fatta lui ad avere successo, lui che una volta ha messo il riso nel sale grosso, perché io non ci riesco?”

Tralasciando il fatto che il riso nel sale grosso ce l’ho messo io e ora ogni volta che salo la pasta quei dannati chicchetti mi guardano perculandomi, il punto è un altro: forse perché tu non sei un leader, sei un braccio destro. 

Un’entità a metà tra il dipendente e il capo, sei l’anello di congiunzione tra chi subisce le decisioni e chi le prende, sei quello che sta un passo indietro per essere sempre avanti a tutto il resto del creato. Non cerchi posizioni di rilievo, ma nemmeno quelle di semplice esecutore, hai bisogno di essere parte del nucleo ma non il suo centro.

In un’epoca dove se non sei leader di qualcosa hai fallito la tua missione sulla terra e su LinkedIn, vedo una grande quantità di gente che avvia e fa naufragare progetti di spessore, progetti di sicuro successo che invece muoiono dissanguati da una leadership strozzata da questo ruolo. Sto alzando la mano.
E dopo ogni fallimento un pezzo di sicurezza se ne va per lasciare il povero leader sfiancato, sconfitto, con quella sensazione implacabile di essere meno capace di stare al mondo rispetto ad un piccione, che almeno lui mangia, dorme e bomba senza problemi.

Molti si ostinano a scrivere nei CV “grandi capacità di leadership” senza rendersi conto che potrebbe non essere quella la loro reale inclinazione all’interno di un progetto lavorativo, soprattutto se mancante di un capo valido sopra. Il punto è qui, devono avere qualcuno sopra di loro, il più importante di tutta la catena. Sembra assurdo? Non lo è.
Al leader, all’uomo solo al comando viene data un’importanza letale: non esiste alcun leader senza un braccio destro. 

E’ un rapporto quasi romantico, psicologico, un transfert, un atto sessuale intellettuale che distingue i ruoli ma li rende complementari.

Se Harry Potter ci ha insegnato qualcosa, oltre a dire “leviosa” e non “leviosà”, è proprio questo: sarebbe morto alla quarta scena senza Hermione Granger. Hermione senza Potter sarebbe stata solo una brava studentessa. Lui è il protagonista, quello che porta l’avventura e che alla fine (SPOILER) sconfigge Voldermort prendendosi gli onori, ma lì non ci sarebbe arrivato senza Hermione, lei è stata il suo braccio destro. L’utilità di Ron la stiamo ancora cercando.

Dopo questa citazione di alta letteratura, ecco la domanda delle domande da farti se hai la sensazione di non riuscire a raggiungere gli obiettivi con i tuoi progetti personali, mentre quando sei a “servizio” di qualcuno fai i numeri.

Sei sicuro che il desiderio di leadership sia tuo e non solo la risposta alle pressioni sociali sull’essere tutti comandanti e capi per sentirci realizzati? 

Perché io questa domanda me le sono fatta e la risposta l’ha data il mio lavoro in comunicazione politica, anzi, quando l’ho lasciato per lanciarmi in progetti personali dove, adesso lo so, sarei stata la leader indiscussa del mio personalissimo Titanic.

La mia risposta è No.
Con improvvisazione teatrale NON sto sul palco, ma dietro. In comunicazione politica NON sto davanti alle telecamere, ma dietro. Dietro, quel posto in cui tutti hanno paura di finire, è il punto più importante dove quelli considerati secondi agiscono, controllano, dirigono la bagnarola mentre tutti sono concentrati sull’attaccante.

La società dà una connotazione negativa al ruolo del braccio destro, lo chiama “secondo”, colui che  “non è mai primo” in una top ten di importanza sociale che non è reale. Ci vuole grande intelligenza e acutezza per essere un braccio destro, ma soprattutto bisogna essere estremamente inappetenti davanti al riconoscimento sociale: no fama, no gloria, ma palloni in rete. Detta in parole comprensibili anche a me se dovessi leggermi quando scrivo, non te ne deve frega’ un cazzo di cosa pensa di te la gente, la maggior parte delle persone cerca in te il leader per poterti fare da pecora, ecco perché ti condanna a voler essere per forza un leader.

Per me non c’è posto più eccitante, più intrigante, sensuale, strategico di quello occupato dal braccio destro. Essere un buon braccio destro è meglio di essere un cattivo capo.

Quindi, se sei Spock, scegli semplicemente il miglior capitano Kirk in circolazione e realizza te stesso. 😉

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Mi chiamo Francesca L. Luciani, sono una consulente di comunicazione politica e di comunicazione teatrale. Nel tempo libero sono una mezza sega.

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Consulente di comunicazione politica e comunicazione teatrale.
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