La situazione sentimentale tra me e i miei capelli è sempre stata complicata, colpa della smania di averli lunghi e della loro depressione da capello fino. Se li voglio lunghi devo accettare di sembrare una scopetta, così mi ritrovo a tagliargli ciclicamente, per poi pentirmi subito dopo la botta di “Ehy, sono una donna che accetta i cambiamenti”, colcazzo, li voglio lunghi anche quando li taglio volontariamente cortissimi. Le donne possono capirmi.
Detto questo, l’anno scorso li ho massacrati con decolorazioni, tinte e altre infamate. Loro si sono vendicati morendo, così ho dovuto tagliarli e adesso li ho corti, orrendi e con addosso ancora i segni delle torture.
Ora, io non posso andare dai clienti con un rotolo di fieno in testa rendendomi appetibile per una mandria di vacche, per cui ho deciso di farmi fare qualche consulenza per vedere se, attraverso extension a clip o altri magheggi simili posso darmi una bonificata all’immagine. Stavolta non sono andata da un solo parrucchiere, ma da vari, perché solitamente, come i medici, danno diagnosi diverse a seconda del loro scopo principale, che non coincide quasi mai con quello che effettivamente ti serve.
Ne ho visti 6.5.
Non ti curar del cliente, ma vendi e basta
Premetto che ho subito messo in chiaro a tutti di non volere consulenze gratuite, per cui nessuno doveva darmi il suo tempo aggratis. Lo dico perché è importante.
Tre non mi hanno fatto manco aprir bocca e già stavano scrivendo la fattura per taglio e colore ignorando il mio tentativo di scoraggiare altre tinte, visto che proprio le tinte mi hanno portata a livello “cibo per mucche”.
Due hanno continuato a lavorare sulle capocce delle clienti dandomi l’attenzione che merita la riproduzione delle mangrovie.
Uno voleva fissare l’appuntamento così da essere sicuro che sarei uscita dal suo salone con il lavoro fatto, non sapeva ancora quale, ma qualcosa avrebbe fatto.
Il mezzo, vedendomi entrare, non ha smesso di parlare al telefono circa il culo rosso del suo cane e mi ha fatta aspettare dieci minuti, uno dei quali l’ho investito a salutare tutti e andarmene.
Tutti loro si sono uniti nel sacro vincolo del “non sarai mai nostra cliente” facendo una cosa che odio dal profondo delle mie doppie punte: mi hanno giudicata, criticata, redarguita, impalata di fronte ai miei sbagli.
Anzi no, giusto il mezzo non lo ha fatto perché era tutto preso da problemi anali del suo chihuahua. L’ho apprezzato.
Lo ammetto, di fronte alle loro critiche non sono stata in grado di difendermi come faccio di solito, rea di aver davvero sottoposto i miei capelli a torture di inumana cattiveria, ma il processo no, non lo accetto.
Uno mi ha addirittura mostrata alle clienti presenti nel salone come esempio negativo, ci mancava solo che mi facesse una foto, la spiaccicasse su Facebook con su scritto: “PERICOLOSO: non imitatela a casa”.
No ascolto? No soldi
Alla fine ho deciso di cavarmela da sola, perché se non c’è qualcuno disposto ad ascoltarmi, allora non comprerò le soluzioni che mi vengono proposte: se non conosci il problema, come fai a capire cosa offrirmi per risolverlo? Ah, dando per scontato che l’esperto sei tu, e io muta devo stare, giusto. NO, sbagliato!
Anche se l’esperto sei tu, devi comunque ascoltare il cliente. SEMPRE.
Da questa storia è cicciato fuori un insegnamento di vendita: mai far sentire in colpa il cliente per quello che ha fatto in passato, sia con i suoi capelli sbudellati sia con il suo sito web.
Il tuo potenziale cliente ha sbagliato ad affidarsi al cugino 50 euro? Ok, sì, ha fatto la cazzata. Puoi riparare? Ecco, concentrati su questo, il resto è tutta esperienza per lui e cento punti a favore per te. Se lui è lì di fronte a te è perché sa di aver fatto un investimento infertile. Lo sa, mettergli addosso sensi di colpa lo faranno sentire un coglione incapace di muoversi nel lavoro e nella vita e, ormai lo sai, le sensazioni negative aiutano la vendita… agli altri, non certo a te.
Per quanto riguarda i miei capelli, be’, la sto prendendo di petto, infondo sono un’improvvisatrice: quando mi presento dai clienti con il mio rotolo di fieno in testa faccio finta di nulla, è tutto perfettamente normale, ma tenete le maledette vacche lontane da me!